UBIS: Lettera aperta a Ghizzoni

6 novembre 2012
By Redazione

Al Dr. Ghizzoni

A.D. UniCredit Group,

e p.c.

alle  colleghe/i  Gruppo UniCredit,

alle Segreterie di Coordinamento Nazionale,

Sentiamo la necessità di scriverLe, perché Lei ha rappresentato, dal primo giorno del Suo insediamento, per tutti i Lavoratori di questo Gruppo, un punto di riferimento certo, per la sua  indubbia sensibilità sociale ed un Manager che da subito, ha cercato, nella stabilità e nella valorizzazione del lavoro,  il punto di forza dal quale ripartire.

Le Sue dichiarazioni poi sul Personale, come elemento fondamentale ed indispensabile per il rilancio e per la creazione di quella ricchezza aziendale che fa grande ogni Impresa, ci hanno fatto sperare e di conseguenza credere in un cambiamento radicale dei vecchi rapporti e ha accresciuto quel senso di appartenenza che per altro, dentro di noi,  mai è venuto meno.

Forti proprio del “Suo pensiero” sul “Suo personale” che, siamo sicuri, neanche nei momenti più difficili è mai mutato, abbiamo ritenuto di scriverLe, per esternare il grande disagio che in questo periodo vivono le Lavoratrici e i Lavoratori di UBIS SCpA.

Siamo arrivati allo sciopero, perché non possiamo e non riusciamo ad accettare un’operazione che mette in serio pericolo il futuro dei Lavoratori, il futuro di tante famiglie. Il progetto Newton non rappresenta un’opportunità, ma la fine: la fine di una prospettiva professionale e di vita, coltivata con abnegazione e dedizione per tanti anni. Rappresenta l’esaltazione del precariato, che cerca di trasferire sui Lavoratori e le loro famiglie i rischi gestionali ed economici delle varie società messe in piedi.

Quando poi, delle società interessate all’acquisizione delle lavorazioni, molte hanno soprattutto attività e interessi all’estero, la situazione diventa ancora di più incontrollabile e le posizioni ancora più distanti. Ne è esempio HP che dopo pochi mesi dagli accordi sottoscritti con UniCredit per la creazione della newco ES-SSC, ha ritenuto opportuno esternalizzare a sua volta diverse lavorazioni in Polonia, gettando ulteriori ombre sulla reale volontà, di questi soggetti internazionali, di creare stabile occupazione ed essere coinvolti in un progetto di effettivo sviluppo nel nostro Paese.

Riteniamo che ci siano altre strade per arrivare a una ottimizzazione dei costi e a una sana riduzione delle spese, passando attraverso un percorso  socialmente e moralmente più sostenibile, che aiuti a ricercare il giusto equilibrio tra capitale e lavoro, indispensabile per qualsiasi progettualità aziendale.

Un esempio di ciò è il dato delle consulenze che in Ubis sono circa 2000 su un organico di circa 5000 lavoratrici/tori. Ci sembra un dato esorbitante, ingiustificato e soprattutto molto costoso.

Vorremmo, inoltre rappresentarLe lo sconcerto e la preoccupazione che il progetto Newton suscita: si cedono competenze e know how difficilmente ricostruibili, ci si spossessa di conoscenze acquisite in decenni di lavoro di Lavoratrici e Lavoratori , si frantuma un ciclo produttivo indispensabile per l’attività front.

La ricchezza della ns azienda, oltre al business, è rappresentato dalle persone che in essa lavorano con professionalità e passione. Cedere ad altri questa ricchezza vuol dire impoverire Unicredito.

Questo non è uno sciopero contro qualcuno, ma contro un’idea di precarizzazione che non possiamo ammettere nella società e nel nostro Gruppo.

Nel ringraziarLa per l’attenzione che vorrà dare a questa nostra, Le inviamo i più cordiali saluti.

Milano, 31 ottobre 2012

SEGRETERIE DI COORDINAMENTO UBIS

DIRCREDITO – FABI – FIBA/CISL – FISAC/CGIL- SINFUB – UGL/CREDITO – UIL/CA

  • Facebook
  • Twitter
  • RSS