Comunicato unitario Piano Welfare

16 luglio 2012
By Redazione

Dircredito Fabi Fiba/Cisl Fisac/Cgil Sinfub Ugl Credito UilCa
Gruppo UniCredit

PIANO WELFARE:
PERCHE’ E’ NECESSARIO CONDIVIDERLO CON IL SINDACATO

Torniamo sull’argomento del Piano Welfare, per fornire ai lavoratori alcune spiegazioni e precisare perché, pur ritenendolo interessante, fino ad ora non abbiamo condiviso il progetto.

Dopo alcuni incontri in sede tecnica, infatti, ad oggi è mancato un confronto politico, preannunciato, ma mai predisposto dall’azienda, necessario a chiarire ogni aspetto del progetto, sia in termini di opportunità che di criticità.

Se è vero, infatti, che l’adesione al Piano può produrre per il collega vantaggi di tipo fiscale (da valutare, comunque e sempre, sulla singola posizione), poiché le somme individuate, non transitando in busta paga, non sono soggette alla tassazione Irpef, è altrettanto vero che sul fronte previdenziale un indubbio svantaggio è costituito dalla mancata assoggettamento delle somme destinate al Piano alle aliquote previdenziali, sia obbligatorie (INPS – circa il 32% tra contributo azienda e contributo lavoratore) che integrative (Fondo Pensione – con percentuali diverse), con ripercussioni variabili caso per caso sugli importi delle future pensioni INPS e complementari.

Fin dall’inizio, quando venne presentato il Piano, l’azienda dichiarò che lo scopo dell’operazione era garantire dei vantaggi economici ai colleghi e che i risparmi conseguiti sarebbero andati a beneficio dei lavoratori.

Quello che sta avvenendo, invece, è che, mentre per il singolo collega l’adesione al Piano presenta dei pro e dei contro che vanno attentamente valutati, i vantaggi per l’azienda cono indiscutibili.

Infatti, da quando il progetto è partito (1 febbraio 2012), di fatto l’azienda sta incamerando il 23% di contributi previdenziali, vale a dire la quota a proprio carico calcolata sulle somme destinate al Piano, che altrimenti avrebbe dovuto versare all’INPS, concorrendo, così, alla determinazione della pensione pubblica del collega.

Dal momento che i contributi previdenziali sulle voci retributive sono, a tutti gli effetti, salario differito, di spettanza del singolo lavoratore, è indispensabile che si apra un confronto tra sindacato e azienda per deciderne assieme la destinazione, che dovrà essere comunque a favore dei lavoratori.

Un altro tema che riteniamo debba essere condiviso è quello delle convenzioni: nulla sappiamo sui criteri utilizzati per la loro stipula, dal momento che questa attività è gestita in modo unilaterale dall’azienda, secondo convenienze sconosciute sia al sindacato che ai lavoratori.

L’indisponibilità aziendale, di fatto, a concordare con il sindacato questi aspetti essenziali, condizione indispensabile per consentire ai lavoratore una scelta consapevole, ci ha indotto a non ratificare la proposta aziendale attraverso un accordo sindacale.

Va infine precisato che l’azienda ha attivato autonomamente il Piano Welfare senza ricercare il confronto con i Rappresentanti dei Lavoratori, segno della difficoltà di portare avanti proficue relazioni sindacali di cui i recenti accadimenti (vap e conseguente mobilitazione) non sono altro che un ulteriore esempio.

Per concludere, il Piano Welfare ci interessa, a maggior ragione in un momento di oggettiva difficoltà economica, ma dovrà essere frutto di un accordo che ne definisca ogni aspetto fiscale, contributivo, gestionale, affinchè le risorse dei lavoratori restino ai lavoratori.

Milano, 16 luglio 2012

Le Segreterie di Gruppo UniCredit
Dircredito Fabi Fiba/Cisl Fisac/Cgil Sinfub Ugl Credito UilCa

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