La FABI contro l’aumento della tassazione dei Fondi Pensione e del TFR

LA FABI CONTRO
 L’AUMENTO DELLA TASSAZIONE DEI FONDI PENSIONE E DEL TFR
 Penalizzati soprattutto i giovani e gli iscritti ai fondi pensione
La  “legge di stabilità†attualmente in discussione in Parlamento prevede,  al capitolo “Contrasto all’evasione e altre misure†(!!!), l’aumento  della tassazione dei rendimenti dei fondi pensione, che passa  dall’11,50% al 20%, oltretutto con decorrenza retroattiva dal 1/1/2014.
Inoltre, fra le altre misure, prevede l’istituzione di un “periodo  sperimentale†per la scelta del versamento del TFR immediatamente in  busta paga, con scelta irrevocabile da parte del lavoratore da  effettuare nei primi mesi del 2015 e valida fino al termine dello stesso  periodo fissato al 30/6/2018.
Il giudizio della FABI sulle norme in  parola, tralasciando quello sulla manovra nel suo complesso,  corrisponde ad una bocciatura delle stesse, motivata e certamente né  aprioristica né ideologica.
Alle dichiarazioni infatti, continue e  reiterate, circa la necessità, soprattutto da parte dei più giovani, di  provvedere per tempo a costruire un “secondo pilastro†previdenziale e  circa la necessità di riaprire il “cantiere†dell’agevolazione e della  diffusione delle forme di previdenza integrative a quella pubblica,  finisce invece per corrispondere un aumento della tassazione delle  stesse che contraddice la credibilità di ogni affermazione del  legislatore in merito e diminuisce significativamente la capacità di  accumulo dei risparmi previdenziali!
Ad una nostra stima, infatti,  l’impatto medio su un lavoratore già iscritto ad un fondo pensione  corrisponde all’importo medio di un’altra imposta quale la TASI!  Insomma, trattasi di una “miniâ€patrimoniale†che grava proprio sulle  generazioni che più hanno bisogno di costruirsi un “secondo pilastro† pensionistico e, proprio per questo, tanto più odiosa!
Infine,  riteniamo di fare cosa utile e necessaria, mettere in guardia circa il  fatto che la scelta di versare il TFR in busta paga provocherebbe,  qualora le norme in vigore non venissero modificate, effetti fiscalmente  gravosi ed iniqui sui lavoratori che optassero per tale scelta:
- In primo luogo la tassazione del TFR (che oggi sconta generalmente un’aliquota che va dal 23 al 26%), andrebbe invece a sommarsi ai redditi ordinari generando una tassazione molto più gravosa (per redditi medi impiegatizi attorno al 40%) oltre agli effetti indiretti su Assegni familiari, ISEE, tassazione dei premi di produttività , ecc.).
 
- Inoltre, un lavoratore iscritto ad un fondo pensione post 28/4/1993 finirebbe per perdere, sempre se le norme attuali non venissero modificate, anche il versamento del contributo aziendale al fondo pensione (ricordiamo che l’adesione ai fondi pensione dei “nuovi iscritti†prevede come condizione il versamento del 100% del TFR).
 
Da  tutto quanto sopra detto si evince quindi che l’insieme delle norme  della manovra in discussione in Parlamento, per la parte relativa alla  previdenza complementare, non siano affatto frutto di scelte meditate e  lungimiranti bensì figlie della necessità di “fare cassa†per trovare  copertura ad altre poste. Scelta legittima ma che “mangia il futuro†dei  giovani e “tradisce†proprio i lavoratori che hanno creduto nella  necessità di investire risorse al fine di riequilibrare l’impoverimento  della pensione pubblica!
Perché invece vengono bloccate da anni  iniziative quali la “busta arancione†ossia l’invio a tutti i lavoratori  della previsione della propria pensione futura? Forse per “nascondere  la testa sotto la sabbia†ed evitare di rendere pubbliche pensioni con  percentuali dal 50% dell’ultimo reddito fino a scendere al 30% per le  categorie più svantaggiate (autonomi, precari, ecc.)?
Costruire  future generazioni di poveri, attraverso il drenaggio di ulteriori  imposte da spendere oggi, non corrisponde alla sensibilità della FABI e  non intendiamo avallare tale tipo di manovra. Anzi, pur nell’ambito di  un contesto difficile, continueremo a spendere le nostre forze a favore  invece di un riequilibrio delle norme, che privilegi la lungimiranza e  la solidarietà generazionale!
Roma, 12 novembre 2014
COORDINAMENTO NAZIONALE GIOVANI
DIPARTIMENTO NAZIONALE WELFARE
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