La FABI contro l’aumento della tassazione dei Fondi Pensione e del TFR

12 novembre 2014
By Redazione

LA FABI CONTRO
L’AUMENTO DELLA TASSAZIONE DEI FONDI PENSIONE E DEL TFR
Penalizzati soprattutto i giovani e gli iscritti ai fondi pensione

La “legge di stabilità†attualmente in discussione in Parlamento prevede, al capitolo “Contrasto all’evasione e altre misure†(!!!), l’aumento della tassazione dei rendimenti dei fondi pensione, che passa dall’11,50% al 20%, oltretutto con decorrenza retroattiva dal 1/1/2014.
Inoltre, fra le altre misure, prevede l’istituzione di un “periodo sperimentale†per la scelta del versamento del TFR immediatamente in busta paga, con scelta irrevocabile da parte del lavoratore da effettuare nei primi mesi del 2015 e valida fino al termine dello stesso periodo fissato al 30/6/2018.
Il giudizio della FABI sulle norme in parola, tralasciando quello sulla manovra nel suo complesso, corrisponde ad una bocciatura delle stesse, motivata e certamente né aprioristica né ideologica.
Alle dichiarazioni infatti, continue e reiterate, circa la necessità, soprattutto da parte dei più giovani, di provvedere per tempo a costruire un “secondo pilastro†previdenziale e circa la necessità di riaprire il “cantiere†dell’agevolazione e della diffusione delle forme di previdenza integrative a quella pubblica, finisce invece per corrispondere un aumento della tassazione delle stesse che contraddice la credibilità di ogni affermazione del legislatore in merito e diminuisce significativamente la capacità di accumulo dei risparmi previdenziali!
Ad una nostra stima, infatti, l’impatto medio su un lavoratore già iscritto ad un fondo pensione corrisponde all’importo medio di un’altra imposta quale la TASI! Insomma, trattasi di una “miniâ€patrimoniale†che grava proprio sulle generazioni che più hanno bisogno di costruirsi un “secondo pilastro†pensionistico e, proprio per questo, tanto più odiosa!
Infine, riteniamo di fare cosa utile e necessaria, mettere in guardia circa il fatto che la scelta di versare il TFR in busta paga provocherebbe, qualora le norme in vigore non venissero modificate, effetti fiscalmente gravosi ed iniqui sui lavoratori che optassero per tale scelta:

  • In primo luogo la tassazione del TFR (che oggi sconta generalmente un’aliquota che va dal 23 al 26%), andrebbe invece a sommarsi ai redditi ordinari generando una tassazione molto più gravosa (per redditi medi impiegatizi attorno al 40%) oltre agli effetti indiretti su Assegni familiari, ISEE, tassazione dei premi di produttività, ecc.).
  • Inoltre, un lavoratore iscritto ad un fondo pensione post 28/4/1993 finirebbe per perdere, sempre se le norme attuali non venissero modificate, anche il versamento del contributo aziendale al fondo pensione (ricordiamo che l’adesione ai fondi pensione dei “nuovi iscritti†prevede come condizione il versamento del 100% del TFR).

Da tutto quanto sopra detto si evince quindi che l’insieme delle norme della manovra in discussione in Parlamento, per la parte relativa alla previdenza complementare, non siano affatto frutto di scelte meditate e lungimiranti bensì figlie della necessità di “fare cassa†per trovare copertura ad altre poste. Scelta legittima ma che “mangia il futuro†dei giovani e “tradisce†proprio i lavoratori che hanno creduto nella necessità di investire risorse al fine di riequilibrare l’impoverimento della pensione pubblica!
Perché invece vengono bloccate da anni iniziative quali la “busta arancione†ossia l’invio a tutti i lavoratori della previsione della propria pensione futura? Forse per “nascondere la testa sotto la sabbia†ed evitare di rendere pubbliche pensioni con percentuali dal 50% dell’ultimo reddito fino a scendere al 30% per le categorie più svantaggiate (autonomi, precari, ecc.)?
Costruire future generazioni di poveri, attraverso il drenaggio di ulteriori imposte da spendere oggi, non corrisponde alla sensibilità della FABI e non intendiamo avallare tale tipo di manovra. Anzi, pur nell’ambito di un contesto difficile, continueremo a spendere le nostre forze a favore invece di un riequilibrio delle norme, che privilegi la lungimiranza e la solidarietà generazionale!
Roma, 12 novembre 2014

COORDINAMENTO NAZIONALE GIOVANI

DIPARTIMENTO NAZIONALE WELFARE

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