Liquidazione Profumo: il Financial Times torna sull’argomento e si indigna più degli Italiani.

27 ottobre 2010
By redazione

Vi riportiamo questa nota ripresa da MF DJ. L’analisi del quotidiano britannico non ci soddisfa appieno. Non è vero che sia mancata l’indignazione ad un simile emolumento. Ricordiamo che le Oo.Ss., fabi in testa,  durante la vicenda erano impegnate ad una difficile trattativa sul Vap, il welfare ed il piano di riorganizzazione aziendale; ciò nonostante non hanno lesinato critiche nei confronti dell’Azienda mettendo in discussione l’enorme entità della “buona uscita†concessa all’ex Ceo. Sull’argomento ricordiamo le parole dichiarate dal nostro Segretario Nazionale di riferimento Mauro Morelli ( qui il link all’articolo): “la notizia ci ha lasciato attoniti e basiti. E’ una cifra non in linea con i tempi, fuori luogo, in un momento in cui vengono chiesti sacrifici ai lavoratoriâ€. E’ positivo comunque che si mantengano i “riflettori puntati†sull’argomento.  

Unicredit: 40 mln buonuscita Profumo sono assurdita’ (Ft)

Fonte: Dowjones Borsaitaliana

“Il paracadute d’oro da 40 milioni di euro di Profumo è solo un’assurdità”. Cosi’ il Financial Times titola un pezzo di analisi in merito all’uscita da Unicredit dell’ex a.d. Alessandro Profumo.

Il quotidiano britannico, inoltre, sottolinea come ci sia stata “una totale assenza di indignazione” per la buonuscita del manager. Secondo il Ft, la somma concessa a Profumo rappresenta la più generosa ricevuta da qualsiasi altro amministratore delegato di una banca di dimensioni simili. Non è solo Profumo, tuttavia, a doversi assumere la responsabilità: “è stato, dopo tutto, il consiglio di Unicredit che ha approvato il piano di separazione”.

Il Ft critica inoltre il fatto che questo paracadute d’oro non fosse neppure indicato nella relazione annuale della banca. Il quotidiano invita quindi gli azionisti a vigilare sul tema e gli istituti di credito a mosse più moderate in un momento di austerità come quello attuale, “se vogliono evitare che le banche e i loro dipendenti – conclude – diventino figure ancor piu’ odiate di quanto già non siano”.

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