MF-MILANO FINANZA – Sileoni: uniti davanti a Profumo

31 luglio 2014
By Redazione

MF-MILANO FINANZA giovedì 31 luglio 2014

Sileoni: uniti davanti a Profumo – Paletti precisi per il riavvio della trattativa a settembre: mantenere gli attuali addetti, creare posti di lavoro, ottenere aumenti economici e porre i presupposti per creare un nuovo modello di banca

di Luca Gualtieri

La nomina di Alessandro Profumo alla guida delle relazioni sindacali dell’Abi rappresenta un cambio di passo decisivo nella partita per il rinnovo del contratto bancario. Ne è convinto il segretario generale della Fabi, Lando Sileoni, che pone subito paletti precisi in vista del riavvio della trattativa.

Domanda. Profumo sostiene che oggi serve un contratto sostenibile. Condivide?

Risposta. Profumo è un personaggio autorevole, come lo era Francesco Micheli. Nelle sue dichiarazioni leggiamo un positivo segnale di disponibilità al dialogo. Però sottolineo che tutti i rinnovi contrattuali sono sostenibili, visto che derivano da un accordo tra le parti. Il settore ha bisogno di un contratto innovativo e questo implica un presupposto: che ci sia tempo a disposizione. La contrattazione va inserita in un nuovo modello di banca e la condivisione del contratto deve essere la più unanime possibile. Vorrei ricordare a Profumo che tutte le organizzazioni sindacali hanno presentato una piattaforma unitaria e che, per evitare la disdetta del contratto, la categoria ha scioperato per la prima volta dopo 12 anni.

D. Il Casl vuole creare le condizioni per dividere le organizzazioni sindacali?

R. Abbiamo la certezza che la linea politica di Abi è tracciata: vogliono utilizzare ideologicamente la crisi per scardinare il contratto. L’ho detto nell’ultima riunione in Abi: vogliono una retribuzione a tre velocità, una per il core business a risultato, una per gli amministrativi e un’altra per i contratti complementari. Vogliono un salario con una parte fissa e una variabile, avere mano libera sulle esternalizzazioni, una contrattazione di secondo livello congelata per un certo periodo, il ridimensionamento della rete per renderla simile a quella del settore assicurativo in mano ad agenti, subagenti e mediatori.

D. L’Abi ha quindi una strategia politica ben precisa?

R. I loro veri obiettivi sono funzionali allo smantellamento del contratto, per permettere poi ai gruppi di attuare i piani industriali senza condizionamenti da parte del sindacato. Inoltre, l’Abi vuole interrompere la crescita automatica del costo del lavoro, bloccando anche gli effetti di trascinamento economici. Questo è il programma politico dell’Abi del 18 giugno scorso. Abbiamo i documenti. Profumo è troppo lungimirante per poter pensare che la Fabi possa lasciare per strada la Fisac-Cgil o altre organizzazioni. Noi vogliamo affrontare unitariamente i problemi e risolverli. Verificheremo a settembre se ci saranno le condizioni.

D. Profumo sostiene che il nuovo contratto deve avere gli strumenti per realizzare le strategie e che un modello di banca per l’intero settore è improponibile. Che cosa risponde?

R. Le professionalità vanno pagate: a parole le banche sono sempre d’accordo, poi al sindacato lamentano che i quadri direttivi sono troppi e che vanno ridotti. È il solito schema del contenimento dei costi solo a danno dei lavoratori. Noi ribadiamo tutte le richieste economiche. Ogni azienda deve fare autonomamente la propria organizzazione del lavoro. Quando parliamo di nuovo modello di banca, intendiamo recuperare quelle attività che le banche assicuravano alla clientela fino a 15 anni fa, come le consulenze legali, fiscali, previdenziali. Quando parlammo di svolgere in banca quei servizi che offrono i commercialisti, siamo stati verbalmente aggrediti dall’Associazione dei commercialisti, che temevano di perdere clientela. Questo significa che abbiamo colpito nel segno.

D. Quali sono i vostri obiettivi?

R. Vogliamo mantenere gli attuali 309 mila addetti del settore senza rottamazione dei 55 enni, ponendo i presupposti per creare nel tempo nuovi posti di lavoro. Vogliamo aumenti economici che recuperino l’inflazione, vogliamo che le banche aumentino i loro ricavi e siano gestite con professionalità e trasparenza.

Per raggiungere questi obiettivi ci vogliono un’Abi e un Casl effettivamente rappresentativi dal punto di vista politico rispetto ai gruppi bancari. È capitato, spesso, che quello che stabilivamo in Abi, un secondo dopo venisse rimesso in discussione proprio dalle banche. Dal punto di vista ideologico, utilizzo un concetto caro a Profumo, questo è inaccettabile.

  • Facebook
  • Twitter
  • RSS