Unicredit: Comunicato unitario inerente la fruizione dei corsi obbligatori ed il pagamento dell’MBO

6 aprile 2012
By Redazione

UniCredit S.p.A.

A SUA INSAPUTA

Nella giornata di martedì 3 aprile abbiamo chiesto alla Direzione di Milano spiegazioni sulle mail inviate a pioggia al personale dalle Direzioni Network, che intimano di completare i corsi obbligatori su antiriciclaggio e compliance, pena il non pagamento del MBO, previsto, come ogni anno, per il mese di aprile.

Le mail inviate sono più o meno dello stesso contenuto, ma alcune definiscono il termine del 5 aprile come tassativo. Qualcuno ha addirittura scritto che dal giorno 6 verranno pubblicate le liste degli esclusi dall’erogazione dell’MBO, c’è chi addirittura si è spinto a dichiarare che la cosa è stata concordata con il sindacato (forse per risultare più convincente?! E’ necessario ricordare che in UniCredit i sistemi incentivanti adottati negli anni non sono mai stati condivisi dal sindacato per le gravi carenze in fatto di equità, obiettività, trasparenza, eticità, etc.)

La risposta della Direzione è stata che le istruzioni impartite da Gianluca Totaro, capo del personale della banca, erano decisamente meno trancianti. Delle mail molto più “dure”, che viceversa avevano raggiunto i colleghi, così come da noi denunciato, ci hanno detto di non essere a conoscenza.

E’ stata l’ennesima vicenda che, dopo innumerevoli domande inesorabilmente rimaste negli anni senza risposta, ci ha finalmente messo in grado di azzardare un’ipotesi sulle ragioni e sui motivi che stanno alla base dello scarto enorme, potremmo forse chiamarla schizofrenia, esistente fra la banca che ci viene descritta negli incontri sindacali e la realtà che poi riscontriamo tutti i giorni sui luoghi di lavoro.

E quando parliamo di Direzione ci riferiamo, in particolare, agli alti dirigenti che abitano le felpate stanze di Piazza Cordusio, e che più di altri reggono i destini di tante lavoratrici e lavoratori.

Avevamo pensato che vi fosse perfetta sintonia fra coloro che decidono, la Direzione, e coloro che, anche in virtù di un preciso rapporto gerarchico, devono eseguire le direttive che provengono dall’alto.

Colleghi, stupitevi, ma le cose non stanno così.

Ed è giusto che oggi il sindacato, che tante volte ha accusato i vertici di essere i veri responsabili di quanto avveniva, chieda loro scusa. Perché solo ora, e con imperdonabile ritardo, abbiamo capito che in questa azienda tutto (o quasi) quello che accade nella periferia avviene ad insaputa dell’alta direzione.

Denunciamo da anni che politiche commerciali improntate al breve periodo avrebbero portato alla inesorabile perdita di clientela, oggi definita “preziosa”, che aveva tradizionalmente caratterizzato la storia delle cosiddette banche di territorio. Ci è stato sistematicamente risposto che non era vero e che non era mai venuta meno la vocazione di banca universale, rivolta alla cura del piccolo come del grande cliente.

Denunciamo da anni che i colleghi non sono messi nelle condizioni di rispettare in maniera rigorosa le norme Mifid e Antiriciclaggio, anche perché non riescono ad effettuare, ad esempio, la formazione on-line: non esistono postazioni dedicate, quelle individuate non sono attrezzate, nel bel mezzo di un corso la procedura si blocca più volte o cade ripetutamente la linea.

Di contro ci viene detto che le disposizioni impartite dalla Direzione, compreso quello che viene insegnato ai corsi,  sono invece finalizzate ad ottenere l’assoluto rispetto di tali normative.

Ne consegue che, in caso di violazione, la responsabilità viene scaricata esclusivamente sul singolo.

Denunciamo da anni la pratica di pressioni commerciali – continue ed assillanti telefonate, report di tutti i tipi, classifiche comparative, e altro ancora – che mortificano le persone e che non danno valore aggiunto, ma, al contrario, demotivano. Ci viene sempre risposto che, a quanto risulta, tutto avviene secondo le normali “sollecitazioni” commerciali e che pertanto non resta altro da fare, se non segnalare eventuali residuali ed eccezionali comportamenti anomali, di cui comunque la Direzione non è a conoscenza.

Tornando alla questione corsi, da sempre il sindacato sottolinea l’importanza della formazione, sostenendo che i corsi devono essere fatti, per arricchimento della professionalità e per tutela rispetto alle norme di legge, molte delle quali, oggi, presentano anche risvolti di carattere penale.

La formazione, in particolare quella obbligatoria, non può essere fatta nei ritagli di tempo, tanto meno da casa, deve essere effettivamente esigibile, al di là del momento contingente legato alla erogazione del sistema incentivante, per evitare che i lavoratori/trici si trovino esposti a rischi professionali incalcolabili.

Viceversa, ancora una volta l’azienda dimostra una distanza abissale tra quanto dichiara formalmente (da portale: “la formazione obbligatoria rappresenta un elemento da sempre imprescindibile nel nostro lavoro e deve, pertanto, essere fruita approfonditamente, correttamente e nei tempi stabiliti”) e la pratica quotidiana cui costringe i lavoratori. In realtà la formazione viene “scaricata” sui lavoratori/trici e con essa vengono scaricati rischi e responsabilità.

Anziché porre le persone nella condizione di poter fruire dei corsi correttamente ed approfonditamente, “sembra” che l’azienda sia invece interessata prevalentemente ad ottenere una veloce presa visione dei corsi e non al fatto che i colleghi siano formati e preparati professionalmente.

E non ci si venga a dire che il problema sta nel fatto che i colleghi si rifiutano di fare formazione!

Il tutto risulta ancora più inaccettabile alla luce dei termini ricattatori in cui è stata posta la questione a pochi giorni dal pagamento del sistema incentivante, senza tenere conto delle singole situazioni e delle realtà in cui si opera, in un momento in cui oltretutto le procedure, come denunciato di recente, funzionano poco e male.

Sono queste ragioni, motivate e sufficienti, per diffidare l’azienda dall’applicare sanzioni di qualsiasi tipo. E’ indispensabile prevedere un congruo periodo di proroga, ma soprattutto creare le condizioni affinché il personale sia messo strutturalmente (cioè sempre) in grado di portare a termine, in modo proficuo, un adempimento importante che richiede tempo e concentrazione, senza i quali l’intervento formativo perde ogni efficacia. A ben pensare, chiediamo solo di attenersi ad un qualcosa che assomiglia a quello che la banca ci ha detto essere l’indirizzo impartito alla periferia.  A meno che differenti disposizioni pervenute alle Direzioni Network siano state diramate dalla Direzione… a sua insaputa.

Milano, 5 aprile 2012

Segreterie di Coordinamento UniCredit Spa

Dircredito Fabi Fiba/Cisl Fisac/Cgil Sinfub Ugl Credito UilCa


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