DALLA STAMPA NAZIONALE IN TEMA DI CONTRATTO

26 marzo 2015
By Redazione

Riservata agli/alle iscritti/e Fabi del Gruppo UniCredit

DALLA STAMPA NAZIONALE IN TEMA DI CONTRATTO

SILEONI FA APPELLO AL GOVERNO: “INTERVENGA IN CASO DI DISAPPLICAZIONE”

Il numero uno della FABI denuncia l’atteggiamento di chiusura di ABI:

“Con la disapplicazione, inevitabili tensioni sociali”. La dichiarazione è stata ripresa da Milano Finanza, Il Sole 24 Ore, Il Corriere della Sera e Il Messaggero

MF-MILANO FINANZA giovedì 26 marzo 2015

Contratto bancari, il governo disponibile a mediare

Tra sindacati e Abi è ancora il tempo delle schermaglie, ma la sensazione è che si stia cercando il modo di riprendere in extremis la trattativa per trovare un’intesa prima del 31 marzo, visto che sia le banche che i sindacati sanno entrambi, al di là delle dichiarazioni ufficiali, che la disapplicazione del contratto (che in assenza d’intesa scatterebbe dal 1 aprile) può creare notevoli problemi a tutti, trasferendo la conflittualità sindacale dai tavoli nazionali a quelli aziendali.

Ecco perché il coinvolgimento del governo, che ufficialmente tutti dicono di voler evitare, potrebbe offrire il pretesto per rimettere tutti intorno a un tavolo. Non è quindi un caso se ieri il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, si è detto disponibile a incontrare le parti se queste decidessero «congiuntamente e convintamente che è necessario parlarne col ministro». «Le parti», sono parole di Poletti, «devono fare al meglio il loro lavoro e, quindi, auspicabilmente, trovare uno sbocco al confronto in corso. Il mio auspicio è che le parti risolvano, però», ha aggiunto, «noi siamo lì».

Per la verità l’intervento diretto del premier è stato chiesto ufficialmente da Lando Maria Sileoni, segretario della Fabi, il principale sindacato di categoria, anche se limitatamente alla questione della disapplicazione del contratto. Dopo aver ricordato che con la deduzione del costo del lavoro dall’imponibile Irap, decisa dal governo, le banche risparmieranno notevolmente, Sileoni ha sottolineato che «l`interruzione delle trattative, perdurando questa ingordigia, porterà alla rottura. Pertanto, sarebbe auspicabile che il Presidente Renzi e il suo governo intervenissero contro un`eventuale disapplicazione del contratto nazionale, minacciata da Abi, che porterà inevitabilmente tensioni sociali, rendendo il settore bancario una jungla e ci costringerà a ulteriori giornate di sciopero, di protesta e di lotta. Lo stesso presidente dell’Abi, Patuelli, ci dica da che parte sta e chiarisca se le banche vogliono mano libera per licenziamenti collettivi di personale».

Un appello che lascia più di uno spiraglio aperto. (riproduzione riservata)

IL SOLE 24 ORE giovedì 26 marzo 2015

La Fabi: «Il governo intervenga per salvare il nostro contratto»

Sul contratto dei bancari le diplomazie sono al lavoro, ma, per ora, senza grandi risultati. Al presidente del Casl di Abi, Alessandro Profumo, che spiega i passi avanti sui temi normativi, politici ed economici, il sindacato risponde con l’annuncio di due giorni di sciopero e una manifestazione. E, soprattutto, chiede l’intervento del Governo.

Il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, ieri, a proposito dell’Irap, ha osservato che «nel patto di stabilità, il governo ha garantito la totale deduzione dell’imponibile Irap sul costo del lavoro a tutte le aziende italiane». Quindi anche alle banche che avrebbero «un risparmio sul costo del lavoro enorme, quantificabile in centinaia di milioni di euro. Nonostante ciò, l’Abi, nel rinnovo del contratto nazionale, continua ad avere un atteggiamento di chiusura inconcepibile, pretendendo di farci economicamente pagare, come se fosse un canone d’affitto, il mantenimento dell’area contrattuale, che fino a oggi ci ha permesso di evitare i licenziamenti».

L’interruzione delle trattative, «perdurando questa ingordigia – continua Sileoni -, porterà alla rottura. Pertanto, sarebbe auspicabile che il Presidente Renzi e il suo governo intervenissero contro un’eventuale disapplicazione del contratto nazionale , minacciata da Abi, che porterà inevitabilmente tensioni sociali, rendendo il settore bancario una jungla e ci costringerà a ulteriori giornate di sciopero, di protesta e di lotta». Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, dal canto suo dice che «le parti devono fare al meglio il loro lavoro, quindi auspicabilmente trovare uno sbocco al confronto in corso». In ogni caso, conclude Poletti, «noi siamo lì e se un giorno le parti decidono congiuntamente e convintamente che è necessario parlare con il ministro, io sono lì, sono sempre disponibile». Intanto gli incontri del 30 e 31 non sono ancora nè confermati nè cancellati. L’unica certezza è che il 31 marzo scade la proroga della disapplicazione e quindi a partire dal primo aprile il contratto dei bancari sarà disapplicato, a meno di ulteriori proroghe o di una ripresa del negoziato che sia in fase di rush finale proprio a ridosso del 31 marzo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Cristina Casadei

CORRIERE DELLA SERA giovedì 26 marzo 2015

Fabi chiama il governo: banche già beneficiate con l’Irap

La Fabi chiede a Palazzo Chigi di intervenire contro la disapplicazione del contratto dei bancari minacciata dall’Abi dopo la rottura delle trattative sul rinnovo. «Nel patto di Stabilità» — ricorda Lando Sileoni, segretario generale Fabi –«il governo ha già garantito la totale deduzione dell’imponibile Irap sul costo del lavoro a tutte le aziende». Banche incluse che quindi avranno «un risparmio enorme, quantificabile in centinaia di milioni» proprio alla voce spese per il personale. questo, sostiene la Fabi, «sarebbe auspicabile che il premier Renzi e il governo intervenissero contro l’eventuale disapplicazione del contratto di lavoro» dei 310 mila bancari. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL MESSAGGERO giovedì 26 marzo 2015

Contratto, appello della Fabi al governo

«Nel patto di stabilità, governo ha garantito la totale deduzione dell’imponibile Irap sul costo del lavoro a tutte le aziende italiane». Quanto dichiara Lando Maria Sileoni, leader della Fabi, sindacato di maggioranza dei bancari. «Per le nostre banche, quindi, il risparmio sul costo del lavoro sarà enorme, quantificabile in centinaia di milioni di euro. Nonostante ciò, l’Abi nella trattativa per il rinnovo del contratto nazionale, continua ad avere un atteggiamento di chiusura inconcepibile, pretendendo di farci pagare, come se fosse un canone d’affitto il mantenimento dell’area contrattuale, che fino a oggi ci ha permesso di evitare i licenziamenti», sostiene Sileoni. «L’interruzione delle trattative, perdurando questa ingordigia, porterà alla rottura. Pertanto, sarebbe auspicabile che il presidente Matteo Renzi e il suo governo intervenissero subito contro un’eventuale disapplicazione del contratto nazionale, minacciata dall’Abi che porterà inevitabilmente a nuove tensioni sociali».

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